Nazione: Stati Uniti 
Anno:  2017
Durata: 105 min
Regia: George Clooney
Attori: Matt Damon, Julianne Moore, Oscar Isaac, Noah Jupe
Voto Filmantropo:


 

 

Suburbicon è una città-modello per tranquillità e un posto in cui tutti vorrebbero abitare. Alcuni schemi verranno infranti, nel momento in cui una famiglia di colore deciderà di trasferirsi proprio nella famosa cittadina. Contemporaneamente, Gardner Lodge (Matt Damon) rimane coinvolto nell’assassinio della moglie Rose (Julianne Moore), ma mentre i cittadini incolpano la famiglia appena trasferita, la verità che emergerà sarà un’altra.


Tre anni dopo Monuments Men, George Clooney torna dietro la macchina da presa per dirigere una pellicola dal forte senso politico. Suburbicon può essere accomunata, in un certo senso, agli Stati uniti e alla loro situazione ed evoluzione che stanno vivendo dell’attualità. Uno stato che fortemente sta subendo l’influenza e i cambiamenti dovuti anche all’inserimento di persone con culture diverse, ma che a volte viene visto ancora come il posto con nessuna imperfezioni. Il regista di Money Monster mette in evidenza, quanto la realtà possa essere uno specchietto per le allodole difficile da capire da chi viene da fuori o da chi è in cerca di una sistemazione migliore. Un chiaro riferimento al post elezioni targati Trump, all’integrazione ( l’approdo della prima famiglia afroamericana a Suburbicon ne è l’esempio) e alle rivolte che stanno a simboleggiare le fatiche interne di un paese e del suo tentativo di evoluzione. Un Matt Damon in versione perfida e una Julianne Moore sdoppiata nel ruolo di moglie-cognata, danno vita a un film che parallelamente racconta anche la vicenda della famiglia di Gardner Lodge (Matt Damon) e dell’assassino della moglie Rose (Julianne Moore). Realizzato su una sceneggiatura scritta durante gli anni Ottanta e mai portata sul grande schermo da parte dei fratelli Coen, nel quale se ne evidenzia lo stile. Suburbicon è gradevole ma vive di alcuni momenti di pausa, che ne influiscono sul ritmo globale del racconto. 

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *