Nazione: Stati Uniti
Anno: 2019
Durata: 89 min
Genere: Thriller, azione, avventura
Regia: Adrian Grunberg
Attori: Sylvester Stallone, Paz Vega, Yvette Monreal, Sergio Peris-Mencheta
Voto Filmantropo:
Undici anni dopo gli eventi in Birmania, John Rambo (Sylvester Stallone) eredita l’allevamento di cavalli del suo defunto padre in Arizona, che gestisce con la sua vecchia amica Maria Beltran (Adriana Barraza) e sua nipote Gabriela (Yvette Monreal). Gabriela rivela a Rambo che una sua amica, Gizelle, ha trovato il suo padre biologico in Messico. Contro i desideri di Rambo e Maria, Gabriela guida segretamente in Messico per ritrovare la persona mai conosciuta. Il viaggio di piacere si trasforma però in un incubo.
Si conclude, con last Blood, la saga di Rambo che ha reso celebre (insieme a quella di Rocky) il personaggio di Sylvester Stallone. Iniziata nel lontano 1982 (dal titolo Rambo) con il film diretto da Ted Kotcheff, la storia del soldato può vantare all’attivo cinque film e un lungo percorso che lo ha portato a essere considerato un personaggio di culto per il panorama cinematografico. Dopo i fatti accaduti in Thailandia nell’ultimo film datato 2008 (titolo: John Rambo), il reduce di guerra ora ha deciso di ritirarsi e di dedicare la vita alla famiglia. Tutto cambia nel momento in cui Gabriella decide di andare a trovare il padre mai conosciuto in Messico. Inizia un vero e proprio calvario per la giovane ragazza, che coinvolgerà anche l’ormai vecchio protagonista, nel momento in cui finisce immischiata nel mondo del cartello messicano e della malavita dello stato Sud americano. Costretta a sottostare a una schiavitù forzata, data da regole e ordini a cui rispondere, la giovane ragazza interpretata da Yvette Monreal, passerà dal vivere la felicità di rivedere il padre, all’incubo di non tornare più a casa. Come da titolo (Last Blood), sin dall’incipit e dalla prima parte, si intuisce di trovarsi davanti all’ultima lunga epopea del personaggio. Un inizio e una parte centrale serrati tengono incollati lo spettatore, anche per il coniugare contemporaneamente, sia il genere di combattimento che il mondo del narcotraffico. Una scelta che piace e che appaga, anche se a tratti si allontana da quanto visto nei capitoli precedenti. Non forse il miglior Sylvester Stallone, ma un racconto realizzato bene, aiuta nella narrazione e nello scorrimento della pellicola. La presenza di cattivi importanti è fondamentale per creare la sinergia giusta per godersi gran parte della pellicola piacevolmente, collegando il genere spionistico e action con il mondo del narcotraffico. Rambo segue la scia di molti prodotti per piccolo e grande schermo, incentrando la propria trama sul cartello e la lotta per la leadership del mondo della droga. La nota poco convincente è un finale troppo esagerato e a volte troppo crudo, che fa dimenticare quanto prima raccontato in maniera semplice. Non forse la fine e l’ultimo cammino che in molti si aspettavano da questo personaggio, ma i titoli di coda sono una chicca che non lasciare indifferenti gli amanti e gli appassionati.