Nazione: Stati Uniti
Anno: 2017
Episodi: 10
Creato da: Chris Brancato, Carlo Bernard, Doug Miro
Attori: Pedro Pascal, Matias Varela, Damián Alcázar, Francisco Denis, Alberto Amman, Pepe Rapazote, Andrea Londo
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Morto Pable Escobar, la lotta contro il narcotraffico colombiano è ben lungi dall’essere finita: Il Cartello di Cali, asceso al trono vacante, regna sul suo vasto impero criminale, ed ha un piano per uscire dal gioco, tenersi i soldi ed essere impuniti. A fare la parte del terzo incomodo tra i nuovi signori della droga ed il loro obiettivo sarà Javier Pena, agente della DEA già decisivo nella cattura di Escobar.
Narcos, una della serie più rappresentative di Netflix, giunge alla sua terza stagione (con una quarta già in grembo) mantenendo saldo il suo stile narrativo, una commistione tra realtà e finzione, girato di scena e filmati di repertorio originali che coinvolgono efficacemente lo spettatore; tutto ciò combinato al “Il prossimo episodio inizia tra…” costituisce un acerrimo nemico del sonno.
Le escalation di violenza sempre più creativa e macabra, quasi paragonabile a quella reale, le sparatorie, e le esplosioni accompagnano lo spettatore negli ambienti del narcotraffico colombiano dove lo spagnolo la fa da padrone, senza che nessuno rimpianga un doppiaggio italiano totale.
Non ci nascondiamo dietro a un dito: Pablo manca, manca terribilmente. Per quanto possa essere magnifico il cartello di Cali nella sua organizzazione e complessità, difetta del carisma necessario per trascinare tutto lo show come fatto dalla straordinaria interpretazione di Wagner Moura nelle due stagioni precedenti; sebbene da un lato ciò rappresenti un difetto, il vuoto lasciato da don Pablo offre spazio a più personaggi, come i quattro padrini signori di Cali, Jorge Salcedo e lo stesso agente Pena, rendendo questa stagione di Narcos uno show “corale” dove le vite dei personaggi si intrecciano, e lo spettatore ne prende parte.
Una stagione di cui ripeteremo le migliori battute a memoria? No.
Una stagione di cui ripeteremo le migliori battute a memoria? No.
Una stagione sopravvissuta senza il suo miglior personaggio? Si. Ho omesso volontariamente protagonista, in quanto traspare in modo sempre più evidente che Narcos è una serie che rispecchia la realtà; alla fine di questa stagione, così come delle due precedenti, non sarà eletto un vincitore e un perdente, un buono e un cattivo, semplicemente perchè non esistono, ciò che emerge in modo sempre più dirompente, e vero elemento principale dello show, è la sensazione che di fatto sia cambiato poco, la cocaina continuerà il suo mercato e gli uomini continueranno ad uccidersi per denaro e potere, allo spettatore rimane una sensazione di amaro in bocca, principalmente perchè si rende conto che tutto ciò è inevitabile, ed è l’agente Pena nella sua disillusione a rendersi ancora più apprezzabile, a rimanere fedele al suo schieramento per nessuna vera ricompensa, morale o fisica che sia.
Buona visione dunque, ¡Adiós a México en un año!