Nazione: Stati Uniti D’America
Anno: 2018
Durata: 94 min
Genere: Fantascienza, thriller, azione
Regia: Drew Pearce
Attori: Jodie Foster, Sterling K. Brown, Sofia Boutella, Jeff Goldblum, Brian Tyree Henry, Dave Bautista
Voto Filmantropo:
21 giugno 2028. In seguito alla privatizzazione dell’acqua decisa dall’amministrazione cittadina, a Los Angeles scoppia una rivolta violentissima. Un gruppo di malviventi, decide di approfittare della confusione per rapinare una banca. Ma il colpo non va come previsto e, tentando di fuggire, la banda si trova presto accerchiata dalle forze dell’ordine. L’unico modo per non farsi arrestare è rifugiarsi presso l’Hotel Artemis.
Arrivato da noi più di un anno dopo la sua uscita negli USA, Hotel Artemis è il primo lungometraggio che vede Drew Pearce cimentarsi non solo come sceneggiatore, ma anche dietro la macchina da presa. Fattosi le ossa su alcune opere televisive (tra cui la sit-com supereroistica No Heroics), Pearce approda ai blockbuster hollywoodiani come co-sceneggiatore di Iron Man 3, per poi essere chiamato a rimediare a una delle più insensate decisioni prese in quel film, scrivendo e dirigendo All Hail the King, il cortometraggio prodotto dai Marvel Studios, dove viene rivelato che il Mandarino, interpretato da Ben Kingsley, è, in realtà, un impostore (il vero Mandarino, per i pochi che non lo sanno, sarà l’avversario di Shang-Chi nell’omonimo film previsto per il 2021). Difficile pensare che un’esperienza registica così breve potesse permettergli di esibire già doti da filmmaker maturo. Stranamente, però, terminata la visione, è la vicenda in sé ad apparire come la parte della pellicola con i limiti maggiori (ed essendo Pearce prima di tutto uno scrittore, questa avrebbe dovuto essere, invece, il punto di forza del film): il ladro affascinante che non riesce a rigare dritto, la ragazza sexy e misteriosa che si rivela un killer infallibile, la rapina in banca che non va come sperato, sono tutte cose già viste, anche più di una volta.
Inoltre, l’eco dei film di Quentin Tarantino (i dialoghi surreali e pungenti, i personaggi che si nascondono dietro a dei soprannomi) e di John Carpenter (il futuro vicino e distopico ricorda non poco quello di 1997: fuga da New York) rimbomba lungo tutta la durata della pellicola. Vogliamo pensare, però, che più che saccheggiare le idee altrui, Pearce, probabilmente ancora un po’ timoroso di mostrare la sua impronta stilistica, abbia preferito rifugiarsi in un aperto omaggio ai suoi registi di riferimento. A ogni modo, non si può nascondere che, nonostante tutto, il film mantiene per tutta la sua durata un ritmo invidiabile.
I personaggi, inoltre, sono ben caratterizzati, potendo anche vantare diversi interpreti d’eccezione: a parte i vari Dave Bautista, Sterling K. Brown, Zachary Quinto e Charlie Day, che svolgono la loro parte in maniera onesta, pur senza procurare al film scosse di particolare intensità, è, innanzitutto, Sofia Boutella a colpire l’immaginario dello spettatore. L’attrice algerina si sta specializzando sempre di più nell’interpretare personaggi action fortemente ambigui (se non veri e propri cattivi), tanto che non ci meraviglierebbe vederla a breve protagonista di un cinecomic (genere, comunque, non nuovo per lei, visto che era la letale Gazelle nel primo capitolo dedicato ai Kingsman). E’ altrettanto vero, però, che chi cattura realmente l’interesse del pubblico sia Jodie Foster, che presta il suo volto a un personaggio davvero insolito per lei. Forse, il continuo diradarsi delle sue apparizioni deve averla convinta a scegliere copioni un po’ fuori dagli schemi, quasi a voler dimostrare, prima di tutto a sé stessa, di essere ancora in grado di recitare in qualsiasi contesto. Jean Thomas, un’anziana infermiera, completamente disillusa e fortemente provata dalla vita, che ha trovato la sua ragion d’essere in un’eterna routine quotidiana, che trascorre curando i criminali feriti durante le loro scorribande, è un personaggio forte e fragile nello stesso tempo, che la Foster tratteggia con molta ironia, senza far mancare, quando necessario, una buona dose di drammaticità. Inoltre, il breve duetto tra lei e un divertito Jeff Goldblum, vale da solo la visione del film.
Non resta molto altro da dire, se non di non sorprendersi più di tanto per l’uscita in Italia in pieno periodo vacanziero. Il film è stato completamente snobbato dal pubblico di tutto il mondo (dove ha racimolato appena 12 milioni di dollari) ed è quindi entrato a far parte dei recuperi di fine stagione, buoni solo a portare al cinema quei pochi spettatori in cerca di refrigerio dalla calura estiva.
Dato il misero incasso, non sappiamo se a Pearce verrà di nuovo assegnata la regia di un film. Per il momento, l’autore inglese è tornato al lavoro che sa fare meglio: è, infatti, in coppia con Chris Morgan, l’autore della sceneggiatura di Hobbs & Shaw, spin-off di Fast & Furious, in uscita nei cinema proprio in questi giorni.