Nazione: Stati Uniti D’America, Cina
Anno: 2019
Durata: 97 min
Genere: Azione, thriller
Regia: John Herzfeld
Attori: Sylvester Stallone, Dave Bautista, 50 Cent, Max Zhang
Voto Filmantropo:
Ultimo capitolo della saga iniziata nel 2013. Ray Breslin sarà impegnato a salvare la famiglia di un potente magnate cinese.
Terzo capitolo dedicato alla fuga dalle peggiori prigioni del pianeta di Ray Breslin (Sylvester Stallone) -esperto in tema- ed anche peggiore della trilogia. Senza alcun dubbio quest’ultimo (per fortuna) capitolo può essere annoverato come una delle peggiori conclusioni ma viste su schermo. E dispiace molto, perché in fondo l’idea di base iniziata nel primo capitolo è intrigante e sufficientemente semplice per sviluppare buone pellicole d’azione che, se aggiungiamo il nome di un mito del genere come Stallone, non dovrebbe essere relativamente complicato. Purtroppo i dubbi erano molti già antecedentemente alla visione del film; troppo poco tempo dall’uscita del numero due, come poteva essere sviluppata e realizzata qualcosa di vincente? Ed infatti manca tutto: una storia, una sceneggiatura, location (scarne e desolanti con il colpo di grazia di una fotografia indegna) finanche ad arrivare addirittura all’evasione, core dei precedenti due capitoli qui assolutamente inesistente. C’è davvero ben poco da salvare, perfino Stallone che di solito riesce a cavare il ragno dal buco qua sembra bolso e stanco complice uno script che lo fa apparire e sparire a piacimento senza un motivo logico e senza spiegare minimamente come abbia fatto. A tal punto, a titolo esemplificativo, emblematica è una delle scene finali dove Breslin ed il suo gruppo fanno irruzione in una prigione definita “l’inferno in terra”. Qualche colpo di fucile di Dave Bautista e ci ritroviamo poche scene dopo, senza sapere come, Stallone nel cuore della stessa pronto per lo scontro finale. Unica piccola nota positiva in una mare di mediocrità è lo scontro finale con Sylvester protagonista. Assolutamente sconsigliato, anche se la visione fosse gratuita o nel pieno di una notte insonne. In definitiva, l’unica fuga che potrebbe essere presa in considerazione è quella dal cinema dove ci vuole davvero molto impegno per far apparire interminabili 97 minuti.