Nazione: Stati Uniti
Anno: 2018
Durata: 112 min
Genere: Biografico, drammatico, giallo
Regia: Brad Furman
Attori: Johnny Depp, Forest Whitaker
Voto Filmantropo:
Russel Poole è il poliziotto che dalla metà degli anni 90′ ha cercato caparbiamente di far luce sull’assassinio do Notorius BIG scontrandosi con un ostracismo senza precedenti..
Est coast vs West coast. Christopher Wallace aka Notorius “biggie” smalls vs Tupac Shakur. Nella metà degli anni 90′ questa lotta “fratricida” ha seminato odio e morti da ambedue le fazioni e una complessa rete di affari che andava ben oltre quello che avrebbe dovuto essere, musica. Questo terzo capitolo della trilogia inaugurata nel 2009 con Notorius BIG e proseguita nel 2017 con All Eyez on me, è anche il più debole di tutti. I primi due hanno messo su schermo in maniera esageratamente manieristica la vita dei due artisti ma dalla loro avevano un ritmo piuttosto sostenuto ed una presente tensione narrativa, mentre questo City of lies (nato probabilmente per esigenze di botteghino) non prova minimamente a mascherare l’impudicizia con la quale i produttori, il regista, e il cast hanno dato vita a quello che può essere descritto come un nulla cinematografico. Raramente ci si trova di fronte ad una tale desolazione artistica. Il film avrebbe dovuto mettere in mostra il limbo nel quale precipitò senza venirne a capo la giustizia (non fu mai trovato l’assassino di Notorius) e magari fornire qualche spunto di riflessione e/o qualcosa che non fosse di dominio pubblico ma desolatamente cade esso stesso nel limbo perchè dopo 112 interminabili minuti non resta assolutamente nulla se non una devastante noia senza possibilità di appello. Non c’è una vera trama, Johnny Depp appare lucidamente disperato di fronte ad una sceneggiatura piatta e senza alcun tipo di spunto. Piatta come la regia di Brad Furman, a volte addirittura oscena in un interminabile susseguirsi di campi stretti e tremolii, qualche filmato di repertorio, qualche motha*** piazzato per cercare di non far piombare gli spettatori in un sonno profondo e si arriva alla fine chiedendosi il senso di aver perso tempo prezioso che avrebbe potuto essere impiegato in qualcosa di più interessante. Resta il sospetto, molto vago, che questo City of Lies possa essere un omaggio a Russell Poole, poliziotto che ha dedicato buona parte della sua vita, perdendo lavoro e famiglia, nel tentativo di dare un volto all’assassino. Ma anche in questo caso, obiettivo mancato.