Nazione: Stati Uniti
Anno: 2018
Durata: 135 min
Genere: Azione, avventura, fantascienza
Regia: Ron Howard
Attori: Alden Ehrenreich, Woody Harrelson, Emilia Clarke
Voto Filmantropo:
Per le strade di Corellia dove il neonato Impero Galattico ed i sindacati del Crimine opprimono la popolazione, un giovane ladro sogna di fuggire dal pianeta con la sua amata Qi’ra e diventare un pilota, il suo nome è Han.
DISCLAIMER: La recensione che vi apprestate a leggere è opera di un fan di Star Wars, la forma di vita più incontentabile del creato, veloce all’ira come all’entusiasmo, un sith del mondo cinematografico; vive di assoluti e di attesa per il prossimo capitolo della saga, che dovrà essere necessariamente migliore del precedente.
La paura è la via per il lato Oscuro. La paura conduce all’ira, l’ira all’odio; l’odio conduce alla sofferenza. Lo sfruttamento commerciale di Star Wars porta al medesimo risultato; sul grande schermo arriva ciò di cui ogni fan della saga ha sempre sentito il bisogno, facendoglielo passare immediatamente: il film che ci racconta come Han sia diventato Han Solo, è un disastro.
Le note positive del film si contano nelle stelle della valutazione: l’incolpevole Alden Ehrenreich, davvero credibile nel ruolo del protagonista, fedele al personaggio senza scimmiottare Harrison Ford, insieme al resto del ristretto cast di attori è la prima stella che compone la valutazione del film, la seconda è dovuta al fatto che stiamo parlando di un film che ha immediatamente rivalutato La Minaccia Fantasma, qualunque cosa riporti in positivo Episodio I merita un grande atto di stima.
Gli aspetti negativi permeano un film che sin dalla sua genesi ha conosciuto momenti difficili, dal quale pare non essersi mai ripreso del tutto; la narrazione non coinvolge mai veramente, procede a tappe forzate verso la meta voluta dagli sceneggiatori, facendo scempio dei personaggi conosciuti e di quelli introdotti ex novo: Han non conosce crescita, il suo carattere non muta nel tempo, il ragazzino dell’inizio film e la leggenda vivente della trilogia sono lo stesso personaggio, se Anakin Skywalker pilotava meravigliosamente grazie alla sua percezione della forza, non ci è dato sapere come e perché il ragazzo di Corellia sia così straordinariamente dotato; Tobias Beckett non riesce in alcun modo a sembrare un padre per Han ed anche il colpo di scena più sorprendente con un inatteso ritorno appare come una somma porcata priva di senso logico; inoltre il Lando Carlissian / Dan Bilzerian ha un che di davvero irritante, completamente slegato dal personaggio conosciuto nell’episodio V.
Non pago di ciò, Solo riesce a demolire due momenti iconici di Star Wars come il primo incontro tra Han e Chewbie, e la rotta di Kessel in meno di 12 parsec, con forzature di trama completamente immotivate e slegate.
Il lato tecnico purtroppo offre ulteriori ragioni per arricciare il naso: compare una nuova, fiammante e sicuramente vendutissima negli store Millennium Falcon, coerente alla storia, animata con una qualità oltre l’osceno, pare una sogliola in movimento, la cabina di pilotaggio è spoglia e priva di dettagli, fatto salvo i dadi dorati; più in generale i colori delle scenografie sono sempre molto spenti, le nuove ambientazioni mancano di una caratterizzazione che le renda memorabili.
Uscendo dalla sala, la sensazione è quella di una buona idea e di alcuni spunti interessanti confluiti in un progetto nel quale non si è creduto veramente fino in fondo, sicuramente il cambio di regista in corsa ha rappresentato un grosso ostacolo, ma l’uscita anticipata a maggio rispetto alle classiche feste natalizie getta più di un’ombra sulle reali aspettative che la produzione nutriva nei confronti di Solo che, a fronte di un budget di 250 milioni di dollari, le infinite possibilità di script che le avventure di Han possono offrire e l’azzeccato (o quasi) cast, invece di uno scialbo lungometraggio avrebbe potuto vedere la luce come la serie tv dell’anno.
Un peccato, Han. Lo sappiamo.